La gestione value-based del paziente con dolore muscolo-scheletrico: il cost-of-illness della spondilite anchilosante in Italia

Anno: 2023 - Vol: 11 - Num. 1

Giovanna Elisa Calabrò, Roberto Ricciardi, Michele Basile, Americo Cicchetti

  • Introduzione. Le spondiloartriti: una sfida di sistema
  • La spondilite anchilosante
  • Il significato e l’importanza del “valore” per il nostro servizio sanitario Nazionale
  • Obiettivo del progetto
  • Metodi
    • Modello di valutazione economica
    • Efficacia clinica
    • Valorizzazione delle risorse
      • Acquisizione delle alternative farmacologiche e somministrazione
      • Follow-up
      • Prestazioni specialistiche per acuti
      • Perdite di produttività
  • Risultati
    • Acquisizione delle alternative farmacologiche e somministrazione
    • Follow-up
    • Prestazioni specialistiche per acuti
    • Perdite di produttività
    • Costo totale di gestione
  • Conclusioni
  • Bibliografia

Conclusioni

La presente analisi è volta a determinare, a partire dalla definizione dell’attuale pratica clinica italiana e attraverso la conduzione di un’analisi economica, l’impatto economico legato alla gestione del paziente affetto da SA – ponendo particolare attenzione alla gestione del dolore - nella prospettiva del SSN (terzo pagante) e dell’intera società.

A tale scopo è stato realizzato un modello di cost-of-illness volto a quantificare il costo di gestione di un paziente con SA mediante ricorso alle alternative farmacologiche oggi disponibili nel setting assistenziale italiano e ponendo particolare attenzione ai costi legati alla gestione del dolore, sintomo importante nel quadro clinico dei pazienti con SA, che impatta notevolmente sulla qualità di vita dei pazienti, ostacolando in molti casi anche l’attività lavorativa, in termini di assenteismo e presenteismo, degli stessi e causando riduzione della funzione fisica e anche disabilità psicosociale.

Dal confronto tra gli scenari definiti nel modello è emerso che nel setting italiano un’adeguata gestione terapeutica della malattia comporterebbe una riduzione dei costi, escludendo i costi di acquisizione delle alternative farmacologiche, pari a €602,67 per paziente. L’impatto maggiore, in termini di risparmio di risorse, legato ad una migliore gestione del dolore, si ha sui costi indiretti (€538,54 per pz).

Nei pazienti con SA livelli eccessivi di dolore possono essere persistenti nel tempo, essendo il risultato di un’infiammazione articolare in corso che potrebbe essere anche subclinica e non facilmente rilevabile.

Questo dolore continuo riferito dai pazienti può mantenersi nel tempo anche a fronte del controllo dell’infiammazione indotto dal trattamento impiegato per la SA e, pertanto, l’adozione di una terapia farmacologica avente come bersaglio anche il dolore persistente potrebbe garantire un maggiore beneficio terapeutico per i pazienti. Dal momento che il dolore è un significativo componente della SA, agenti che prendono di mira anche questo sintomo possono rivelarsi maggiormente efficaci sull'attività complessiva della malattia articolare, impattando positivamente anche sui costi di gestione della stessa.

Tra i principali limiti dello studio si annovera il fatto che, non essendo disponibile un dato relativo alla durata real life della terapia basata su upadacitinib, è stato considerato il periodo di follow-up del trial clinico da cui sono stati reperiti i risultati di efficacia clinica del farmaco.

Inoltre, ai farmaci infliximab e secukinumab, in mancanza di una evidenza che informasse sulla distribuzione finale dei pazienti tra le quattro classi della scala ASDAS, è stato associato il valore medio di efficacia reperito per gli altri farmaci oggetto di analisi. Infine, si riporta la possibilità di ottimizzare la stima relativa ai costi indiretti (perdite di produttività) mediante il possibile coinvolgimento di associazioni dei pazienti in grado di fornire stime più accurate in merito all’impatto che la patologia ha sull’assenza da lavoro del paziente e del caregiver.

I dati riguardanti l’efficacia delle alternative terapeutiche considerate sono state reperite mediante estrapolazione dalle evidenze scientifiche disponibili in letteratura.

Inoltre, è stata impiegata la metodologia farmacoeconomica dell’Activity Based Costing (ABC), in grado di restituire la stima più precisa dei costi associati all’impiego delle alternative farmacologiche oggetto di analisi.

Il profilo di consumo delle risorse sanitarie riguardanti il follow-up, il ricorso al ricovero e la gestione del dolore è stata basata su una survey che ha visto coinvolti key opinion leader di comprovata esperienza nella gestione di pazienti con SA nel contesto assistenziale italiano.

Infine, per ovviare alla mancanza di robustezza associata ad alcuni dei valori considerati nella presente analisi è stata condotta un’analisi di sensitività univariata.

In un contesto, come quello attuale, caratterizzato dalla necessità di efficientamento della gestione delle risorse economiche del SSN, risulta cruciale il ricorso ad alternative terapeutiche che, a parità di impatto clinico sul paziente, consentano di ridurre i costi e di generare un valore sociale. Il tutto al fine di proporre un Sistema Value-Based di assistenza dedicato alle persone con SA con l’obiettivo di mettere concretamente il paziente al “centro”. Questa esigenza è strettamente collegata all’evidente impatto sociale di questa condizione patologica che necessita di politiche sanitarie responsabili finalizzate alla implementazione di nuovi modelli gestionali in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni di salute dei pazienti affetti da SA.